RESOCONTO DELL’ ASSEMBLEA DEL 9 FEBBRAIO

 

Il 9 febbraio si è svolto presso l’Accademia occupata un primo incontro tra studenti, dottorandi, ricercatori e lavoratori dell’Università. Fin da subito è parsa evidente la voglia comune di opporsi ai tagli decretati dal Consiglio d’Amministrazione d’Ateneo che sono in piena continuità con la logica delle leggi che li hanno generati: la legge 133/08 e la legge 1/09 (il decreto 180). Il CDA dell’Ateneo, nell’applicare tali provvedimenti, ha tagliato i servizi agli studenti, ed ha licenziato numerosi lavoratori, mentre non vengono toccati gli stipendi e le tante rendite di posizione dei baroni, dei dirigenti e del rettore; basti pensare che il Direttore Amministrativo e dirigente a contratto Michele Orefice, chiamato per sanare il bilancio della nostra Università, intasca annualmente qualcosa come quattrocentomila euro! Ma nessuno supera il rettore Marinelli, che arraffa per la sua indennità di carica cinquecentomila euro!!!! Il fatto che determinati privilegi economici non vengano intaccati, e che si scarichi la politica del governo esclusivamente sulle nostre spalle, svela quella che è la struttura di potere che governa l’Università: il baronato, legato a doppio filo con i livelli più alti della politica istituzionale e con gli interessi delle imprese che operano sul territorio, le quali, grazie alla privatizzazione attuata dal governo, avranno ancor più mano libera nella gestione dell’offerta didattica e del lavoro di ricerca. Opporsi ai tagli non significa quindi chiedere l’impossibile, né tantomeno chiedere che si tagli lì piuttosto che qui. Noi ci opponiamo al progetto politico che è il movente dei tagli stessi, che vorrebbe una ricerca ed una didattica asservite agli interessi delle imprese, un restrizione netta del diritto allo studio ed un aumento della precarietà (leggi ricattabilità) dei lavoratori.

Quali sono le conseguenze dei tagli?

STUDENTI

La chiusura del sabato aumenterà per alcuni studenti il carico di lezioni negli altri giorni della settimana e toglierà agli studenti lavoratori la possibilità di utilizzare le biblioteche.

Nonostante il decreto 180 sia spacciato come un incremento di risorse stanziate per il diritto allo studio, esso finanzia il fondo per i prestiti d’onore. In questo modo si tenta di sostituire la borsa di studio, come strumento di sostegno, con un prestito da parte dell’ARDSU che dovrà essere restituito al termine degli studi, a prescindere dall’aver trovato un lavoro o no.

LAVORATORI:

Il monte orario previsto inizialmente per l’affidamento dei servizi di portierato subirà un taglio consistente, causando problemi sul rispetto di ogni singolo contratto di lavoro ma soprattutto la non riconferma di chi è in possesso di un contratto a termine. Inoltre non potranno far valere i propri interessi nei confronti dell’Università pur svolgendo un servizio per l’Ateneo.

Tra il personale tecnico-amministrativo chi, dopo un concorso, è stato assunto a tempo determinato, non verrà riconfermato ossia sarà licenziato; chi, invece, ha alle spalle anni di contratti a progetto nelle migliori delle ipotesi vedrà prolungata, a condizioni peggiori, la propria situazione precaria, nella peggiore non avrà più lavoro.

RICERCATORI:

I ricercatori precari subiscono il blocco dei concorsi per posti a tempo indeterminato ed ai vincitori di concorso viene sempre più spesso negata l’assunzione. Non viene intaccato il sistema di reclutamento che attualmente è basato per lo più su logiche clientelari.

Attraverso questi provvedimenti l’Amministrazione universitaria, la cupola dei Baroni con in testa il Rettore, si allinea perfettamente alle sforbiciate di Brunetta-Tremonti, ossia attraverso la logica dei sacrifici peggiora le condizioni contrattuali di chi sta più in basso.

Sappiamo che solo un percorso comune tra i gruppi sociali (studenti, lavoratori e ricercatori precari) più duramente colpiti dalla privatizzazione, può abbattere le ultime leggi ed invertire questo processo di perdita sostanziale di diritti.

INVITIAMO TUTTI E TUTTE A PARTECIPARE AL PRESIDIO CHE SI TERRA’ LUNEDI’ 16 FEBBRAIO A PARTIRE DALLE ORE 10.00 IN PIAZZA DELLA SIGNORIA, SOTTO PALAZZO VECCHIO

 

Studenti, lavoratori, ricercatori e dottorandi dell’Università

 

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