A PAGARE SONO SEMPRE GLI STESSI…

Il 7 febbraio sarà il primo sabato in cui nell’Università di Firenze rimarranno chiusi tutti i dipartimenti, biblioteche e aule attrezzate. E’ il primo segno visibile dei provvedimenti del governo in materia di Università (legge 133 e decreto 180); ma è anche l’ennesima prova di come le alte sfere del nostro Ateneo pensano di risolvere i problemi dei tagli all’istruzione e alla ricerca: non si eliminano le sacche di spreco e privilegio tuttora presenti, non si mette in discussione la dissennata gestione finanziaria degli ultimi rettori, ma si taglia a partire dal basso, dagli ultimi della catena, da chi non ha alcun peso nel mondo accademico (studenti, lavoratori, precari della ricerca).

STUDENTI: La chiusura del sabato aumenterà per alcuni studenti il carico di lezioni negli altri giorni della settimana e toglierà agli studenti lavoratori la possibilità di utilizzare le biblioteche. Nonostante il decreto 180 sia spacciato come un incremento di risorse stanziate per il diritto allo studio, esso finanzia il fondo per i prestiti d’onore. In questo modo si tenta di sostituire la borsa di studio, come strumento di sostegno, con un prestito da parte dell’ ARDSU che dovrà essere restituito al termine degli studi, a prescindere dall’aver trovato un lavoro o no.

LAVORATORI: I lavoratori in appalto nell’Università vedranno ridursi il proprio orario lavorativo e quindi il salario. Tra di essi coloro che erano assunti a tempo determinato non saranno riconfermati. Inoltre non potranno far valere i propri interessi nei confronti dell’Università pur svolgendo un servizio per l’Ateneo.

Il personale tecnico-amministrativo subirà una decurtazione del salario ed un peggioramento delle condizioni lavorative. In più un centinaio di dipendenti assunti a tempo determinato non vedranno riconfermato il proprio contratto e quindi perderanno il lavoro.

RICERCATORI: I ricercatori precari subiscono il blocco dei concorsi per posti a tempo indeterminato ed ai vincitori di concorso viene sempre più spesso negata l’assunzione. Non viene intaccato il sistema di reclutamento che attualmente è basato per lo più su logiche clientelari.

Attraverso questi provvedimenti l’Amministrazione universitaria, la cupola dei Baroni con in testa il Rettore, si allinea perfettamente alle sforbiciate di Brunetta-Tremonti, ossia, attraverso la logica dei sacrifici, peggiora le condizioni contrattuali di chi sta più in basso.

Sappiamo che solo un percorso comune tra i gruppi sociali (studenti, lavoratori e ricercatori precari) più duramente colpiti dalla privatizzazione, può abbattere le ultime leggi ed invertire questo processo di perdita sostanziale di diritti.

INVITIAMO TUTTI/E TUTTE A PARTECIPARE

ALL’ASSEMBLEA CHE SI TERRA’ LUNEDI’ 9 FEBBRAIO ALLE 21:00

ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI (VIA RICASOLI 66, P.ZA SAN MARCO)

Assemblea Permanente di Lettere e Filosofia, Assemblea lavoratori in appalto, Assemblea di Novoli

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