SOLIDARIETA’ ALL’ONDA ANOMALA PADOVANA

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L’Assemblea Permanente di Lettere e Filosofia di Firenze esprime la propria solidarietà e vicinanza alle studentesse e agli studenti dell’Onda Anomala Padovana.

 
Esprimiamo la nostra più ferma condanna verso un’azione repressiva tanto violenta quanto ingiustificata nei confronti di studentesse e studenti che, forti dei propri valori antifascisti e antirazzisti, protestavano contro il presidio organizzato da gruppi giovanili neofascisti.
 
Questi, strumentalizzando e deformando la giornata del ricordo delle Foibe, tentano di legittimare se stessi e i principi di cui si fanno portatori, principi che puzzano di fascismo, razzismo, intolleranza, menzogna e violenza. Ma in ogni città in cui hanno provato a manifestare in questi giorni hanno trovato la ferma resistenza di studenti cittadini ed ex partigiani che non accettano che la storia venga riscritta da organizzazioni neofasciste – xenofobe, arroganti ed ignoranti – alle quali non dovrebbe nemmeno essere riconosciuta la legittimità di esistere.
 
A Firenze, come a Padova, come in tutta Italia, nessuno spazio e nessun diritto per i fascisti.

L’UNIVERSITA’ E’ ANTIFASCISTA. ORA E SEMPRE RESISTENZA.


Assemblea Permanente di Lettere e Filosofia_Firenze  

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RESOCONTO DELL’ ASSEMBLEA DEL 9 FEBBRAIO

 

Il 9 febbraio si è svolto presso l’Accademia occupata un primo incontro tra studenti, dottorandi, ricercatori e lavoratori dell’Università. Fin da subito è parsa evidente la voglia comune di opporsi ai tagli decretati dal Consiglio d’Amministrazione d’Ateneo che sono in piena continuità con la logica delle leggi che li hanno generati: la legge 133/08 e la legge 1/09 (il decreto 180). Il CDA dell’Ateneo, nell’applicare tali provvedimenti, ha tagliato i servizi agli studenti, ed ha licenziato numerosi lavoratori, mentre non vengono toccati gli stipendi e le tante rendite di posizione dei baroni, dei dirigenti e del rettore; basti pensare che il Direttore Amministrativo e dirigente a contratto Michele Orefice, chiamato per sanare il bilancio della nostra Università, intasca annualmente qualcosa come quattrocentomila euro! Ma nessuno supera il rettore Marinelli, che arraffa per la sua indennità di carica cinquecentomila euro!!!! Il fatto che determinati privilegi economici non vengano intaccati, e che si scarichi la politica del governo esclusivamente sulle nostre spalle, svela quella che è la struttura di potere che governa l’Università: il baronato, legato a doppio filo con i livelli più alti della politica istituzionale e con gli interessi delle imprese che operano sul territorio, le quali, grazie alla privatizzazione attuata dal governo, avranno ancor più mano libera nella gestione dell’offerta didattica e del lavoro di ricerca. Opporsi ai tagli non significa quindi chiedere l’impossibile, né tantomeno chiedere che si tagli lì piuttosto che qui. Noi ci opponiamo al progetto politico che è il movente dei tagli stessi, che vorrebbe una ricerca ed una didattica asservite agli interessi delle imprese, un restrizione netta del diritto allo studio ed un aumento della precarietà (leggi ricattabilità) dei lavoratori.

Quali sono le conseguenze dei tagli?

STUDENTI

La chiusura del sabato aumenterà per alcuni studenti il carico di lezioni negli altri giorni della settimana e toglierà agli studenti lavoratori la possibilità di utilizzare le biblioteche.

Nonostante il decreto 180 sia spacciato come un incremento di risorse stanziate per il diritto allo studio, esso finanzia il fondo per i prestiti d’onore. In questo modo si tenta di sostituire la borsa di studio, come strumento di sostegno, con un prestito da parte dell’ARDSU che dovrà essere restituito al termine degli studi, a prescindere dall’aver trovato un lavoro o no.

LAVORATORI:

Il monte orario previsto inizialmente per l’affidamento dei servizi di portierato subirà un taglio consistente, causando problemi sul rispetto di ogni singolo contratto di lavoro ma soprattutto la non riconferma di chi è in possesso di un contratto a termine. Inoltre non potranno far valere i propri interessi nei confronti dell’Università pur svolgendo un servizio per l’Ateneo.

Tra il personale tecnico-amministrativo chi, dopo un concorso, è stato assunto a tempo determinato, non verrà riconfermato ossia sarà licenziato; chi, invece, ha alle spalle anni di contratti a progetto nelle migliori delle ipotesi vedrà prolungata, a condizioni peggiori, la propria situazione precaria, nella peggiore non avrà più lavoro.

RICERCATORI:

I ricercatori precari subiscono il blocco dei concorsi per posti a tempo indeterminato ed ai vincitori di concorso viene sempre più spesso negata l’assunzione. Non viene intaccato il sistema di reclutamento che attualmente è basato per lo più su logiche clientelari.

Attraverso questi provvedimenti l’Amministrazione universitaria, la cupola dei Baroni con in testa il Rettore, si allinea perfettamente alle sforbiciate di Brunetta-Tremonti, ossia attraverso la logica dei sacrifici peggiora le condizioni contrattuali di chi sta più in basso.

Sappiamo che solo un percorso comune tra i gruppi sociali (studenti, lavoratori e ricercatori precari) più duramente colpiti dalla privatizzazione, può abbattere le ultime leggi ed invertire questo processo di perdita sostanziale di diritti.

INVITIAMO TUTTI E TUTTE A PARTECIPARE AL PRESIDIO CHE SI TERRA’ LUNEDI’ 16 FEBBRAIO A PARTIRE DALLE ORE 10.00 IN PIAZZA DELLA SIGNORIA, SOTTO PALAZZO VECCHIO

 

Studenti, lavoratori, ricercatori e dottorandi dell’Università

 

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A PAGARE SONO SEMPRE GLI STESSI…

Il 7 febbraio sarà il primo sabato in cui nell’Università di Firenze rimarranno chiusi tutti i dipartimenti, biblioteche e aule attrezzate. E’ il primo segno visibile dei provvedimenti del governo in materia di Università (legge 133 e decreto 180); ma è anche l’ennesima prova di come le alte sfere del nostro Ateneo pensano di risolvere i problemi dei tagli all’istruzione e alla ricerca: non si eliminano le sacche di spreco e privilegio tuttora presenti, non si mette in discussione la dissennata gestione finanziaria degli ultimi rettori, ma si taglia a partire dal basso, dagli ultimi della catena, da chi non ha alcun peso nel mondo accademico (studenti, lavoratori, precari della ricerca).

STUDENTI: La chiusura del sabato aumenterà per alcuni studenti il carico di lezioni negli altri giorni della settimana e toglierà agli studenti lavoratori la possibilità di utilizzare le biblioteche. Nonostante il decreto 180 sia spacciato come un incremento di risorse stanziate per il diritto allo studio, esso finanzia il fondo per i prestiti d’onore. In questo modo si tenta di sostituire la borsa di studio, come strumento di sostegno, con un prestito da parte dell’ ARDSU che dovrà essere restituito al termine degli studi, a prescindere dall’aver trovato un lavoro o no.

LAVORATORI: I lavoratori in appalto nell’Università vedranno ridursi il proprio orario lavorativo e quindi il salario. Tra di essi coloro che erano assunti a tempo determinato non saranno riconfermati. Inoltre non potranno far valere i propri interessi nei confronti dell’Università pur svolgendo un servizio per l’Ateneo.

Il personale tecnico-amministrativo subirà una decurtazione del salario ed un peggioramento delle condizioni lavorative. In più un centinaio di dipendenti assunti a tempo determinato non vedranno riconfermato il proprio contratto e quindi perderanno il lavoro.

RICERCATORI: I ricercatori precari subiscono il blocco dei concorsi per posti a tempo indeterminato ed ai vincitori di concorso viene sempre più spesso negata l’assunzione. Non viene intaccato il sistema di reclutamento che attualmente è basato per lo più su logiche clientelari.

Attraverso questi provvedimenti l’Amministrazione universitaria, la cupola dei Baroni con in testa il Rettore, si allinea perfettamente alle sforbiciate di Brunetta-Tremonti, ossia, attraverso la logica dei sacrifici, peggiora le condizioni contrattuali di chi sta più in basso.

Sappiamo che solo un percorso comune tra i gruppi sociali (studenti, lavoratori e ricercatori precari) più duramente colpiti dalla privatizzazione, può abbattere le ultime leggi ed invertire questo processo di perdita sostanziale di diritti.

INVITIAMO TUTTI/E TUTTE A PARTECIPARE

ALL’ASSEMBLEA CHE SI TERRA’ LUNEDI’ 9 FEBBRAIO ALLE 21:00

ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI (VIA RICASOLI 66, P.ZA SAN MARCO)

Assemblea Permanente di Lettere e Filosofia, Assemblea lavoratori in appalto, Assemblea di Novoli

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FUORI I FASCISTI DALLE NOSTRE CITTA’!

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La crisi economica è sempre più forte e la precarietà ormai generalizzata. Migliaia di lavoratori muoiono o rimangono invalidi ogni anno in Italia. Il potere d’acquisto delle famiglie è sempre più basso e non si vedono miglioramenti. Il governo, invece di proporre soluzioni concrete ai problemi crescenti, limita sempre di più i diritti dei lavoratori, opera tagli indiscriminati al settore pubblico (come nel caso di scuola e Università con la riforma Tremonti-Gelmini), attacca gli immigrati e risponde a chi contesta con la repressione: ciò non fa che accrescere il disagio economico e sociale, aumentando la percezione di insicurezza che i ceti popolari vivono sulla propria pelle.

È in questo quadro che proliferano gruppi di estrema destra, che, con una propaganda populista e razzista, cercano di fare proseliti fra i giovani e i disoccupati. Pensano di appartenere ad una razza superiore, si sentono i difensori della Tradizione e della cristianità. Rivendicano il fascismo e il nazismo. Il solo linguaggio che conoscono è quello delle cinghie, dei bastoni e delle lame. Per questo massacrano di botte e uccidono ragazzi perché “comunisti” (Dax, Renato, Nicola), o perché gay o immigrati. Stuprano ragazze perché lesbiche. Bruciano centri sociali e sedi di partiti e sindacati di sinistra. Per questo aggrediscono gli studenti e i lavoratori che protestano contro le riforme di destra (come a Piazza Navona). I picchiatori nazifascisti sono protetti e sostenuti, in questo loro “lavoro sporco”, dalle forze dell’ordine e da tutte quelle forze politiche, economiche e religiose che per 60 anni sono state al centro di una trama oscura. Trama oscura che lega Nato, Stato italiano, fascisti, massoneria, mafia, banchieri e Vaticano, che, con la Gladio, le stragi e la strategia della tensione, ha insanguinato e continua ad insanguinare il nostro Paese.

Alleanza Nazionale ha provato a sdoganarsi e ripulirsi con la fantomatica “svolta” di Fiuggi del 1995. Ma sappiamo bene che è tutto falso, che loro sono falsi: da una parte cercano di passare per “persone per bene” in doppiopetto, ormai lontani dalle idee del MSI, mentre dall’altra continuano a propagandare tesi fasciste, revisioniste, e razziste. I giovani di AN di Firenze da anni rivendicano Mussolini, Pavolini e Codreanu, sfilano a braccio teso nelle nostre facoltà, riempiono i muri della città di croci celtiche e ora, grazie a quest’appuntamento organizzato a livello nazionale dalla segreteria del loro Partito, provano a crearsi spazi nuovi, organizzando una squallida sfilata e un concerto “identitario” cioè….fascista, e ripropongono le loro falsità preconfezionate sulle Foibe.
Le foibe non possono essere usate strumentalmente dalla destra per riabilitare il fascismo e per presentarsi come le “vittime” del comunismo. Le foibe sono un evento storico che ha come causa profonda la comprensibile reazione della popolazione della Venezia Giulia, della Dalmazia e dell’Istria di origine slava a un ventennio di occupazione militare italiana, e al processo di assimilazione e italianizzazione imposto con la violenza (chiusura delle scuole slovene e croate, divieto dell’uso delle lingue straniere in pubblico, abolizione dell’autonomia culturale, estromissione dalle cariche amministrative), che è costata la vita a migliaia di persone. Il cosiddetto “fascismo di frontiera", come quello proposto oggi da AN, aveva due facce: una di matrice terrorista, e una legalitaria e culturale, e Mussolini era chiaro al riguardo: “Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. […] I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”.

 

Alleanza Nazionale, Azione Giovani e Casaggì Firenze hanno organizzato per sabato 7 febbraio una giornata di mobilitazione “per i martiri delle foibe e contro il comunismo”, pubblicizzandola con queste parole: […] Una grande fiaccolata che illuminerà il cielo di Firenze e il cuore di chi ha scelto di difendere la verità storica e l’identità della nostra nazione […] Mille fiaccole e mille tricolori renderanno giustizia ai martiri delle foibe, umiliati ed uccisi da gente senza onore […] Sabato 7 febbraio non sarà solo un giorno di Verità storica e identità nazionale; sarà un momento comunitario e ribelle nel quale saremo chiamati a ribadire, in una città che ancora cova un odio strisciante e che ancora mette in scena le peggiori pratiche dell’antifascismo militante, il nostro diritto ad esistere […] Tutta la destra ci sarà per riportare il tricolore a Firenze […]

MA CI SAREMO ANCHE NOI…A ROVINARGLI LA FESTA

E A RICORDARGLI CHE…A FIRENZE NON SI PASSA!

CONTRO OGNI NEOFASCISMO ORA E SEMPRE RESISTENZA!

SABATO 7 FEBBRAIO ORE 15:00 PIAZZA DELLA COSTITUZIONE

PRESIDIO ANTIFASCISTA

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corteo regionale 20 febbraio

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Dopo
le straordinarie mobilitazioni dello scorso autunno, che hanno visto
migliaia di studenti invadere le città e riappropriarsi delle scuole
tramite le occupazioni, il movimento studentesco toscano si ridà
appuntamento in piazza per un grande corteo regionale a Firenze.


La necessità che sentiamo infatti è quella di riscendere da subito
nelle strade
, rilanciando con forza le lotte contro le riforme
dell’istruzione, dalla 133 alla 137, che si presentano come l’apice di
un percorso iniziato vent’anni fa e che ha visto governi di destra e di
sinistra complici nel favorire il processo di mercificazione dei saperi
e di privatizzazione della cultura, marcandone il carattere classista
in particolar modo nell’università.

 


Dopo le vacanze di fine anno, non possiamo che riprendere la
mobilitazione, in una prima battaglia che si potrà reputare conclusa
solo con la totale abrogazione della riforma.

Padroni e governi, con la loro solita arroganza, vorrebbero continuare
a farci pagare la loro “crisi”. Mentre i soldi dei lavoratori finiscono
nelle mani dei banchieri, e sempre più soldi vengono destinati alle
spese militari e di polizia interna, noi studenti continuiamo ad essere
costretti in scuole fatiscenti ed insicure. Un insicurezza che è
recentemente costata la vita a Vito Scafidi, morto a 17 anni sotto le
macerie del suo liceo a Rivoli: la stessa insicurezza che ogni giorno
uccide 4 lavoratori. Sentiamo necessario tornare a ribadire che “Noi la
crisi non la paghiamo”, ma che al contrario
, mandando un messaggio
chiaro ed inequivocabile di opposizione ai padroni e ai loro governi,
vogliamo crearla a quelle stesse istituzioni che ogni giorno impongono
alle nostre vite di adattarsi ai loro interessi.

Torneremo a manifestare la nostra opposizione ad una scuola ed un
università modellate sulle pretese del mercato capitalista
, più che sui
reali bisogni di noi studenti. Una scuola sempre più sterile e fredda
fabbrica dei lavoratori (precari e obbedienti) del domani, dove ogni
reale partecipazione è negata ed ogni residuo spazio di libertà è
costantemente sotto attaccato di presidi e ministri di turno.

Riporteremo nelle piazze il nostro dissenso ad ogni processo
reazionario di fascistizzazione delle nostre scuole
, dalla
reintroduzione del voto in condotta a scopo repressivo, già
sperimentata sulla propria pelle dagli studenti che sono stati in prima
linea nel movimento di ottobre e novembre, alla legge razzista che ha
istituito le classi separate per studenti “italici” ed extracomunitari.

Quella del 20 febbraio sarà una giornata autorganizzata, che nascendo
dal basso vuole rivendicare il protagonismo del movimento e la propria
totale autonomia da partiti e sindacati, rifiutando di limitarsi a
rincorrere le date lanciate dall’alto di un loro direttivo nazionale.
Quella del 20 febbraio sarà una giornata di lotta, che non permetterà a
nessuno di sfruttare la rabbia degli studenti per coltivare il proprio
orticello istituzionale e/o elettorale.


Torniamo a ribellarci, con quella rabbia e quella determinazione che
hanno fatto tremare i palazzi del potere in autunno. Dopo averlo
gridato negli slogan in piazza, dimostriamo con i fatti che la nostra
lotta continua… e sarà sempre più dura.

 

20 Febbraio ’09 – Firenze –


MANIFESTAZIONE STUDENTESCA REGIONALE


Piazza della Stazione, concentramento ore 9.30
 
PER INFO E ADESIONI:
corteo20febbraio@hotmail.it
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SABATO 7 FEBBRAIO @ LA RIOTTOSA

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Firenze: un sabato senza paura

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Sabato 17 gennaio abbiamo passato il pomeriggio di fronte all’occupazione di Viale Matteotti. Un freddo cane, tantissima musica, cibo a profusione, mentre a bocca aperta ammiravamo il nostro writer preferito insieme al suo esperto aiutante che si riprendevano un muro troppo grigio di un affollato viale di questa citta’.

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Il nostro modo di salutare l’inizio della discussione in parlamento sull’ennesimo pacchetto sicurezza terrificantemente razzista.

Pochi isolati piu’ in la’ quattro rancorosi di AN volantinavano di fronte a un supermercato "contro le occupazioni", sputacchiando ansia e xenofobia.

Una questione di stile…

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SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI SOTTO PROCESSO

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LA SOLIDARIETA’ NON SI PROCESSA: GAZA RESISTE!

Il 22 Febbraio 2005 fu organizzata dall’ Università di Firenze una lezione sulle "prospettive di pace in Medioriente" tenuta dal prof. Mannoni e dall’allora ambasciatore di Israele Ehud Gol. Alcuni studenti, tra cui anche i militanti del Collettivo Politico di Scienze Politiche, interruppero di fatto lo svolgimento dell’incontro contestando quella che non era altro che una passerella propagandistica per il rappresentante di uno stato che da 60 anni, noncurante del diritto internazionale, occupa, segrega ed affama il popolo palestinese. Il Rettore fece intervenire immediatamente la Digos, che ristabilì prontamente l’ordine nell’aula. Ne scaturirono denunce a 10 compagni, di cui 7 ancora sotto processo.

 

Riteniamo che si tratti dell’ennesimo grave atto di repressione nei confronti di chi si ostina a denunciare con ogni mezzo le infamità che ogni giorno vengono perpetrate da Israele ai danni del popolo palestinese ( e l’operazione "Piombo fuso" ne è l’ultima dimostrazione ). Fatto ancor più grave in quanto avvenuto all’interno dell’università, luogo che per definizione dovrebbe essere sede di confronto e critica, anziché di propaganda politica e repressione poliziesca. L’ università ricopre infatti un ruolo strategico in due sensi: in primo luogo nell’ambito degli accordi di cooperazione militare e di intelligence tra Italia e Israele ( si vedano i progetti di collaborazione tra università di Trento e quella di Haifa ), dall’altra agisce come strumento della falsificazione storica e della diffusione di modelli di pensiero tendenti all’equidistanza tra le parti, nel migliore dei casi, o al cieco sostegno a Israele, nella maggioranza di essi. Diventa pertanto impossibile permettere ogni forma di dissenso anche in questa sede.

L’ultima sanguinosa aggressione sionista contro la Striscia di Gaza ha prodotto più di 1300 morti e 5000 feriti: prima raid aerei e bombardamenti che hanno colpito un milione e mezzo di persone già stremate dal lungo embargo che da mesi impedisce l’arrivo di cibo, medicinali e carburante, poi l’attacco di terra con i tank. Israele non si è fermata davanti a nulla: ha colpito scuole, ospedali, moschee, persino le abitazioni dove aveva fatto radunare le famiglie. Parla di doversi "difendere" dal lancio dei razzi, ma non dice che l’ONU prevede il diritto alla resistenza di un popolo sotto assedio, "dimentica" i dati del suo stesso Ministero (che conta, nel periodo 2001-2008, 23 vittime israeliane causate dai lanci, a fronte di circa 4.000 palestinesi uccisi, fra cui quasi un migliaio di bambini), usa armi non convenzionali, non rispetta nessuna tregua… All’interno, poi, la teocrazia israeliana si vanta di essere "democratica", ma manganella e arresta le migliaia di arabi e israeliani scesi a manifestare nelle sue strade, e condanna a 30 anni di prigione Sa’adat, leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, riconoscendolo colpevole di militare per un’organizzazione laica, democratica, antimperialista, di non chinare il capo di fronte al quotidiano massacro della sua gente.

Nonostante la situazione insostenibile, avendo contro l’imperialismo degli USA, dell’UE, i corrotti regimi arabi, i mass media occidentali, il popolo palestinese continua a resistere. E ci invita a sostenerlo, a far sentire sempre più forte la nostra voce, a scendere in piazza, a mobilitare l’opinione pubblica, a fare pressione sul nostro governo. Davanti a una tale carneficina non possiamo essere "equidistanti"! Per tutti questi motivi riteniamo necessario ancora una volta ribadire il nostro incondizionato sostegno al popolo palestinese e a tutti coloro che si vedono processati per aver dato loro voce.

PER UNA PALESTINA UNITA, LIBERA E ROSSA!SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI SOTTO PROCESSO!PRESIDIO PUBBLICO DI SOLIDARIETA’ 29 GENNAIO ore 10,30 PIAZZA SAN FIRENZE

 

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MOBILITAZIONE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

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MOBILITAZIONE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

  IL 31 GENNAIO

E’ in corso al Senato la discussione del “Pacchetto sicurezza” (DdL 733), che provocherà una grande trasformazione del quadro normativo italiano, già fortemente repressivo e discrezionale nel suo impianto. Le norme contenute nel Pacchetto, infatti, prevedono una politica esplicitamente fondata su misure segregazioniste e razziste per le persone migranti, con o senza permesso di soggiorno, le prime ad essere additate come figure pericolose e causa di “allarme sociale”, e su nuove ed ancora più drastiche misure repressive contro chiunque produca conflitto e non rientri dentro le strette maglie del controllo.

Questo è solo l’ultimo passo di un disegno politico che, attraverso una serie di leggi, ha portato ad crescente restringimento delle libertà di tutte e tutti, tramite la criminalizzazione del dissenso e degli stili di vita.

Dietro la loro sicurezza si nasconde la volontà di non affrontare la precarietà di vita che coinvolge tutte e tutti noi: il razzismo e la paura vengono usati per farci rassegnare a queste condizioni e farci restare chiuse e chiusi in casa e nei nostri luoghi di lavoro. Usare il razzismo e la paura come strumento di pacificazione sociale ha portato alla proposta di legalizzare le ronde dirette a reprimere i comportamenti giudicati “non conformi” ed alla reintroduzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Continue reading

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Manifestazione Nazionale NoVat

 

NO VAT 2009
Autodeterminazione, Laicità, Antifascismo, Liberazione, Cittadinanza

Manifestazione Nazionale
Roma, 14 febbraio `09
Concentramento in Piazza della Repubblica – ore 14
 
Domenica 25 gennaio, ore 11 – 17
Assemblea nazionale organizzativa
Roma, CSOA Forte Prenestino, via Federico Delpino

 

LA PIATTAFORMA

A ottant´anni dai Patti lateranensi tra Pio XI e Mussolini (11 febbraio
1929), in piena crisi del sistema neoliberista permangono le connivenze
tra stato autoritario e Vaticano, vero cuore del Concordato. Decenni di
sdoganamento istituzionale del fascismo trovano rispondenza nel
revisionismo di Ratzinger su Pio XI e Pio XII, complici del fascismo,
del nazismo e della deportazione ed eliminazione dei `diversi´.
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