Dall’Assemblea Nazionale di AteneInRivolta.org: UN’IPOTESI DI LAVORO

no_133_.JPG, 17 KB

Nelle giornate di Sabato 28 Febbraio e Domenica 1 Marzo nella Facoltà di Psicologia della Sapienza si è tenuta un’Assemblea Nazionale promossa dal Coordinamento dei Collettivi della Sapienza, un momento di confronto fra tante realtà universitarie che hanno preso parte al Movimento dell’Onda e che continuano a lottare quotidianamente per un’università e una società diverse.

La discussione, a partire dalle 12 tesi per l’università dei Collettivi della Sapienza, ha affrontato tematiche quali la crisi economica e le politiche del Governo, i processi di riforma dell’università, i terreni e le pratiche di lotta da sviluppare per favorire una ripresa del movimento e gli strumenti necessari per instaurare stabili relazioni fra le varie realtà universitarie a livello nazionale.

La crisi economica è una crisi strutturale e sistemica del capitalismo che, a partire dall’economia e dalla finanza, sta profondamente mutando il contesto politico e sociale. Il fallimento di colossi bancari, la riduzione della produzione delle grandi aziende, la chiusura di migliaia di piccole e medie imprese a conduzione familiare, il licenziamento di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici e i 70.000 precari che ogni mese non vedranno rinnovato il loro contratto, rimanendo senza salario né cassa integrazione, i tagli a Scuola, Università, Ricerca, Sanità, sono elementi che indicano come la crisi si stia abbattendo su tutti quei soggetti più deboli, con meno diritti e garanzie, che la crisi non hanno prodotto e che non intendono pagare.

Nel versante politico la crisi sta producendo un’accelerazione delle politiche del Governo, politiche securitarie e xenofobe che individuano nell’autoritarismo e nell’attacco ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici la via di uscita dalla crisi ed il mezzo con cui reprimere i conflitti sociali da essa scaturiti. La riduzione dei salari, dei diritti e della sicurezza sul lavoro, l’attacco al diritto di sciopero e al contratto collettivo, il pacchetto sicurezza, l’uso strumentale della violenza sul corpo delle donne per giustificare l’accanimento nei confronti dei migranti, il perpetrarsi di un’ingerenza vaticana legittimata da tutta la classe politica che attacca costantemente i diritti di lesbiche, gay, intersessuali e trans, l’attacco alla Costituzione e lo sdoganamento dei neofascismi necessitano di un argine per essere fermati, di una larga opposizione sociale fatta di stabili alleanze fra studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici, migranti, lotte territoriali e in difesa dei beni comuni. La relazione fra soggetti sociali e lo stabile collegamento fra le lotte non va solo enunciata, ma costruita con analisi, pratiche e rivendicazioni comuni, come terreno di costruzione fondamentale e prioritario. Relazione che abbia come collante politico i temi dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antisessismo. Basi di partenza sia per una rivendicazione nazionale che territoriale, da affrontare ognuno in relazione alle peculiarità locali.

 Alleanze sociali che, come studenti e studentesse, dobbiamo costruire a partire dalle nostre specificità e dalle nostre realtà. L’università che quotidianamente viviamo è da anni sotto stretto attacco da parte di tutti i governi che hanno progressivamente definanziato gli Atenei pubblici in favore di quelli privati. Il Processo di Bologna, declinato in Italia nella riforma del 3+2, ci ha consegnato un’università fatta di una didattica fortemente dequalificata, con contenuti critici totalmente assenti, un sapere frammentato e mercificato tramite il sistema del credito, un sistema di trasmissione della conoscenza verticale e gerarchico, completamente chiuso alle istanze degli studenti. L’università di oggi è un’università di massa in cui permane una forte selezione di classe, dovuta al continuo aumento delle tasse universitarie, alla quasi totale assenza del diritto allo studio, ai numeri chiusi e ai blocchi fra triennale e specialistica.

Sorte non differente è quella della Scuola, da quella primaria a quella d’istruzione superiore, che partendo dal ritorno della figura anacronistica del maestro unico, mina la creazione di un pensiero critico e nega materialmente pari opportunità a tutte le bambine ed i bambini di sviluppare la propria formazione.

Vogliamo l’abolizione del 3+2, del sistema dei crediti, dell’autonomia finanziaria degli Atenei, dei numeri chiusi e di ogni forma di blocco. Vogliamo maggiori finanziamenti per l’Università pubblica, per la ricerca e per il diritto allo studio. L’abbattimento delle tasse universitarie fino alla gratuità dell’università. Rifiutiamo l’idea stessa che il diritto allo studio venga regolato su base regionale: i diritti non hanno confini e quel che per legge si tenta di dividere e differenziare noi lo riunificheremo e generalizzeremo attraverso le nostre rivendicazioni.

Rivendicazioni che non puntino soltanto alla compensazione di quel che negli anni ci hanno sottratto, ma mirino direttamente a costituire contropotere effettivo nelle nostre facoltà e nei nostri atenei.
Impediremo in ogni modo qualsiasi forma di privatizzazione e aziendalizzazione dell’università e dunque vogliamo il ritiro della Legge 133. Rivendichiamo la centralità della figura dello studente nella vita e nei processi decisionali degli Atenei: il primo passo in questa direzione è la conquista e la difesa degli spazi occupati ed autogestiti dagli studenti. Siamo assolutamente contrari all’abolizione del valore legale del titolo di studio. Denunciamo inoltre il signoraggio bancario come principale causa del Debito pubblico e della conseguente privatizzazione dei beni comuni.

Per questo, premettendo che ogni relazione tra le realtà universitarie non può che darsi sul terreno delle pratiche di lotta proponiamo la seguente ipotesi di lavoro comune:

1) Il tema della Riappropriazione ed il rifiuto di ogni forma di precarietà come terreni centrali di lotta, da articolare territorialmente a seconda delle specificità locali tramite campagne e vertenze. Riappropriazione della qualità della didattica, dell’unità dei saperi, dei saperi critici, del diritto allo studio, delle garanzie e dei diritti sul lavoro e di tutto quello che ci hanno sottratto in questi anni. Da oggi diciamo basta! Ci riprenderemo tutto!

2) I temi dell’Antifascismo, Antisessismo e Antirazzismo, da sviluppare attraverso campagne e vertenze contro il pacchetto sicurezza e tutte le misure locali ad esso collegate, contro i rigurgiti neofascisti che sempre più spesso cercano di rialzare la testa nelle nostre città, contro le discriminazioni e l’oppressione di genere.

3) Date comuni di mobilitazione, in modo particolare:

– 18 marzo, sciopero Flc-Cgil Scuola e Università

– 17-19 maggio, G8 Università a Torino

– Giornata della “riappropriazione” in data da definire insieme

e secondo le possibilità di ogni specifica realtà:

– 28-29 marzo G8 Lavoro e Welfare a Roma/Manifestazione dei sindacati di base

– 23 aprile, Sciopero Generale dei Sindacati di Base

– 22-23-24 aprile, G8 Ambiente a Siracusa

4) Strumenti comuni:

– una mailing list di comunicazione, utile anche per socializzare e condividere i percorsi specifici delle singole realtà

– l’apertura di un forum di discussione sul sito ateneinrivolta.org che tratti i temi sopra riportati tanto in termini di analisi, quanto in termini di ipotesi di lavoro, di cui andranno discusse le caratteristiche tecniche per renderlo luogo utile di confronto.

– l’apertura di sezioni locali del sito ateneinrivolta.org gestite autonomamente dalle singole realtà

– materiali condivisi da utilizzare nelle campagne comuni, da discutere in mailing list e pubblicare successivamente sul sito per renderli scaricabili da tutti/e.

VERSO UNA NUOVA MAREGGIATA!

ASSEMBLEA NAZIONALE DI ATENEINRIVOLTA.ORG

This entry was posted in I nostri progetti. Bookmark the permalink.