Innanzi tutto la rivendicazione di tale spazio, mirando a concretizzare l’esperienza dell’Onda, rappresenta la naturale prosecuzione della mobilitazione dei mesi scorsi.
Quello che abbiamo in mente è uno spazio fatto di autogestione, che vuole proporre una didattica partecipata e orizzontale, uno spazio aperto alla città, che sappia portare all’interno dell’università tematiche sociali e della quotidianità. Uno spazio che possa essere di raccordo fra il movimento studentesco di questi mesi e le varie istanze provenienti dalla società. Uno spazio pubblico e aperto che scandisca tempi svincolati da quelli accademici e adeguati alle nostre necessità.
Quello che ci piacerebbe offrire non è solo un servizio, ma anche un’occasione per fare incontrare gli studenti in un’aula che vuole essere uno spazio di produzione e di aggregazione a disposizione di tutti. Per questo invitiamo tutti coloro che sono interessati e hanno proposte, a partecipare apportando nuove idee e nuove forze.
Sono già in programma proiezioni di film, spettacoli teatrali, dibattiti e seminari autogestiti di vario tipo (ad esempio, è in svolgimento l’organizzazione di corsi di lingua per migranti).
Crediamo che appropriarsi di questo spazio, oltre che una legittima rivendicazione di un diritto, sia anche un esercizio di maturità del nostro movimento, in quanto questo progetto richiede responsabilità politica e morale.